Riforma del catasto, le proposte di Agefis e del Consiglio nazionale al Senato

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Tra le proposte presentate in Commissione finanze, l’applicazione della fiscalita’ immobiliare sulla base dell’indice Isee.

La riforma del catasto è necessaria per riordinare il sistema fiscale immobiliare italiano: a sottolinearlo sono Agefis, l’Associazione dei geometri fiscalisti, e il Consiglio nazionale geometri e geometri laureati, intervenendo nelleaudizioni dedicate ai temi della delega fiscale e al rapporto tra contribuenti e fisco presso leCommissione finanze e tesoro del Senato.

“L’obiettivo di una riforma organica del Catasto deve essere duplice: correggere l’inadeguatezzache genera sperequazioni nella distribuzione di un prelievo crescente e porre le basi per una politica abitativa che tenga conto delle dinamiche socio-demografiche in atto. Dinamiche destinate a modificare radicalmente il sistema immobiliare italiano”, spiega Marco Mion, presidente Agefis.

Secondo Mion, dati alla mano, un Catasto riformato secondo quanto indicato nella proposta di legge n. 1122 potrebbe realmente intervenire sui fattori che originano sperequazioni e iniquità diffuse (rese ancora più evidenti dall’introduzione nel 2012 dall’Imu) solo a patto che la sua applicazione possa tener conto della capacità contributiva dei proprietari.

“L’esplodere e il perdurare della grave crisi economica mondiale e il conseguente inasprimento della pressione fiscale hanno causato la perdita costante del valore della proprietà immobiliare: tra il 2008 e il 2013 il mercato ha perso circa il 30% in termini di compravendite e negli ultimi tre anni poco più del 15% in termini di valore. Ciò significa che a fronte della contrazione del reddito disponibile, lo stock di patrimonio immobiliare si è rivelato inutile, se non penalizzante”, spiega il Presidente.

È da queste valutazioni che nasce la proposta in Commissione di attuale possibili correttivi per rendere l’Isee uno strumento utile per introdurre nella componente patrimoniale della tassazione immobiliare i necessari tratti di progressività e capacità contributiva, già presenti nella componente più strettamente reddituale. Tra l’altro, la flessibilità del suo utilizzo può consentire di cogliere le specificità dei diversi contesti territoriali.

“Intervenire in un settore chiave come quello della casa significa coinvolgere una platea di oltre 20 milioni di persone fisiche e ben 60 milioni di unità immobiliari: un valore complessivo di 4.200 miliardi di euro, pari a 4,2 volte il Pil nazionale e 3 volte il debito pubblico”, spiega Antonio Benvenuti, vice presidente del Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati. “Dovendo tenere conto di questi numeri, è evidente come la scelta degli strumenti estimativi implica un’assunzione di responsabilità enorme per i professionisti di area tecnica chiamati a intervenire. La categoria dei geometri – in virtù della specifica competenza in materia– propone di impiegare gli strumenti dell’analisi statistico–estimativa nella rilevazione dei dati, nella loro elaborazione e nella verifica delle rendite secondo gli standard valutativi nazionali e internazionali”.

Per il Consiglio un modello di revisione basato sull’analisi statistico-estimativa è in grado di garantire trasparenza operativa ai contribuenti, efficienza organizzativa all’Amministrazione e equità nelle valutazioni catastali. “Presupposti indispensabili” – conclude Benvenuti – “per allineare il catasto italiano a quello degli altri paesi e per assicurare un sicuro e duraturo investimento per il futuro, grazie al quale sarà possibile definire politiche fiscali adeguate”.

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