Da qualche giorno è in rotazione sui canali televisivi principali uno spot istituzionale del Governo dedicato alle semplificazioni delle procedure per i lavori diristrutturazione della casa introdotte dallo Sblocca Italia. Chiamata “È casa tua, decidi tu”, la campagna ha suscitato qualche perplessità tra i professionisti tecnici, come confermano molti commenti non totalmente positivi su vari social media.A dare sostanza concreta ad alcuni dubbi sulla chiarezza del messaggio diffuso dallo spot è lo stesso Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati, in una lettera inviata al Governo: “A giudizio del Cngegl, l’iniziativa è meritoria dal punto di vista della scelta dei mezzi di comunicazione e del criterio ispiratore, ossia la semplificazione. Altrettanto apprezzamento purtroppo”, afferma la lettera, “non è possibile esprimere in merito ai contenuti dello spot, che ovviamente rimandano ai contenuti di legge; anzi, è forte la contrarietà per il passaggio in cui si afferma che l’accatastamento non sarà più a carico del cittadino ma del comune”.
Questa nuova disposizione sarebbe legittimata dalla modifica introdotta dallo stesso Sblocca Italia (art. 17, comma 1, lettera c punto 3) all’articolo 6, comma 5, del Testo unico edilizia (dpr 380/2001), punto su cui i Geometri e in generale la Rete delle professioni tecniche avevano già segnalato criticità in precedenza. Si tratta, in sostanza, della norma per cui la comunicazione d’inizio lavori deve essere tempestivamente inoltrata dal Comune all’Agenzia delle Entrate per l’accatastamento.
“A fronte dell’oggettiva complessità dell’iter di adeguamento della planimetria catastale, è difficile immaginare che l’Agenzia possa provvedervi in tempo reale, ancor più che tra le opere di manutenzione straordinaria sono incluse la fusione e il frazionamento di unità immobiliari (senza modifica di planimetria e destinazione uso)”, afferma il Consiglio.
“In ultimo, un punto che chiama direttamente in causa i cittadini, destinatari di una semplificazione che rischia di non produrre per intero i benefici prospettati: un eventuale, nuovo arretrato nell’aggiornamento catastale potrebbe causare un allungamento dei tempi di compravendita immobiliare, qualora la planimetria presente in catasto non sia conforme allo stato reale dell’immobile”.
In più, continua il Consiglio, “un effetto che va nella direzione opposta a quella auspicata dalla semplificazione: i cittadini – oltre a non gestire direttamente la pratica di variazione catastale – potrebbero avere difficoltà anche solo nel seguirne la tracciabilità a causa di ostacoli ‘fisiologici’: la mancanza di dialogo tra le due amministrazioni – Comune e Agenzia delle Entrate – deputate a svolgere ruoli e funzioni differenti”.
Da qui la richiesta urgente da parte del Consiglio geometri di cancellare il provvedimento e allo stesso tempo di ‘tagliare’ la parte inserita nello spot che afferma “e all’accatastamento ci pensa il comune”.